venerdì 14 marzo 2014

La giusta distanza

Lui è riuscito a sorprendermi.
A pensarci bene, non so nemmeno come si chiama... eppure al mattino quando entro nell'edificio dell'università dove ha sede il mio ufficio, spero sempre di incontrarlo.
Se ne sta con i suoi lunghi capelli bianchi e la barba bianca, accecante, nella portineria, vestito come i suoi colleghi ma con un libro aperto. Quando entri, alza gli occhi azzurri verso l'ingresso e ti accoglie con un grande sorriso.
Lui è riuscito a sorprendermi.
Non vedo l'ora che capiti il suo turno nella "mia" portineria. Mi preparo all'incontro: mi ha suggerito di guardare "La giusta distanza" di Carlo Mazzacurati che, ahimè, mi mancava. Ne discutemmo un giorno, quando il regista è morto, e mi ero ripromessa di guardarli tutti... "La giusta distanza, guarda per primo questo. E' il mio preferito, dove secondo me ha raggiunto il massimo della sua espressione. E' di una delicatezza incredibile. Guardarlo, poi ne parliamo".
E io mi preparo a parlarne con lui, con l'animo allegro.

I livello
passaggio dalla metropoli al paesino di provincia

II livello
il pregiudizio che accomuna praticamente tutti

III livello
l'uso della luce, la fotografia

IV livello
le distanze

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