venerdì 17 agosto 2012

Io sono di sinistra, però... | lLVA Vendola e SEL

Uomini e donne del SEL di Taranto, soprattutto giovani adulti, seduti ai primi posti ad assistere allo spettacolo di Ascanio Celestini [Taranto, Palafiom, 10 agosto 2012].
Io non ero distante da loro. Quanto hanno riso dell'ironia di Celestini: pungente, tagliante, esplosiva.
Dei "discorsi alla Nazione" da parte di immaginari e manco tanto presidenti e dittatori, mi ha colpita il discorso di uno dei cittadini-sudditi, quello di sinistra (testo e link in calce). Come sempre dritto al punto, critico, incisivo e VERO.
Soprattutto nella chiusa, in quel "me ne frego" finale che incarna tutto quello che una persona di sinistra non dovrebbe essere, il contrario di un interessarsi che dovrebbe caratterizzare proprio il pensiero di sinistra.
Un discorso di una verità tanto oggettiva che oggi, a pochi giorni da quello spettacolo, le parole del leader, il capo, quello che sta in testa, il pensiero e la strategia, la guida di SEL, che ricordo significa SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA', ha affermato che pensare di fermare l'ILVA di Taranto non è da progressisti e che è impensabile impossibile e controproducente sostenere una soluzione del genere.
Se una parte del discorso è condivisibile, laddove Vendola parla dei rischi di non avviare mai le bonifiche dopo la dismissione, come peraltro è accaduto a Massa, tuttavia è soprendente leggere affermazioni quali:
"Mi rendo conto che è forte il tuono che rimbomba ed evoca patologie come il cancro e la morte, ma ci sono gli strumenti per spostare in avanti il conflitto tra industria e ambiente che si è aperto a Taranto.
e ancora 
"La domanda che faccio ai tanti che in questi giorni sentenziano sull’Ilva è soltanto una: ma davvero pensate che si possa chiudere il più grande polo della chimica? È progressista che l’Italia dismetta alcune sue antiche e robuste tradizioni produttive? È legittimo pensarlo ma io non sono d’accordo. (...) non è che le diossine e le polveri sottili sono specialità pugliesi"
Bene, Nichi Vendola con queste parole mi pare cominci ad incarnare quell'uomo di sinistra che parla con la voce di Celestini... e con Nichi, che è leader, anche il suo SEL, o meglio quella parte di SEL di chi non ha coraggio voglia forza di pensare diversamente.
Allora riprendendo il monologo di Celestini, mi vien da pensare alla persona di sinistra che dice:
"Io sono di sinistra, però non è che puoi fermare un'industria solo perché inquina e perché questo inquinamento provoca qualche malattia o morte. 'Che poi tutti dobbiamo morire. Anzi, questi si prendono la ricchezza prodotta dall'industria. Io li ho visti con le auto sportive e le scarpe di marca. Se non c'era l'ILVA non se le sarebbero mai potute permettere. Mica è poco.
Io sono di sinistra, però l'acciaio da qualche parte si dovrà pure produrre: mica un Paese intero si può fermare perché muore qualche centinaio di persone a Taranto. 'Che poi, ma dov'è Taranto? Esiste?
Io sono di sinistra, però alla fine non sono coglione! Cioè a me chi dà la certezza che quel cancro ai polmoni l'abbia provocato l'ILVA oppure, che ne so, quel vizietto di fumare sigarette? 'Che poi si sa, è tutto casuale, mica puoi incolpare l'ILVA se tuo figlio ha l'asma, che c'entra!
Io sono di sinistra, però mica ci credo a questa cosa dell'epigenetica, dell'epidemiologia, della salute che dipende dall'ambiente! Ma quando mai?! Io sono di sinistra ma non sono coglione! Lo so che si tratta solo di probabilità, non è una scienza esatta per cui non vale niente.
Io sono di sinistra, però sono d'accordo con il Ministro dell'Ambiente quando fa il Ministro dell'Industria. Ragazzi, siamo in crisi, mica ci possiamo permettere il lusso di pensare all'ambiente!
Io sono di sinitra, però di Taranto me ne frego. Cioè, voglio dire, c'è tutta un'Italia... chissenefrega di Taranto, mica ci possiamo rimettere tutti...
"
Ascanio Celestini- Io sono di sinistra - Parla con me 24-03-2011 
Io sono di sinistra. In 150 anni di
storia di questo paese c’è stato
un regime monarchico, un regime
fascista, un regime democristiano
e poi un regime berlusconiano.
Taluni osservatori sostengono che
questa egemonia non dipende
dal consenso che ottiene la destra,
ma dal fatto che la sinistra
non riesce ad esprimere un vero
dissenso. E questo perché la gente
di sinistra, alla fine, la pensa
come Berlusconi e Andreotti,
Mussolini e i Savoia. Io non sono
d’accordo. Nel senso che io sono
di sinistra, però non penso che ci
debba essere questo aut aut, cioè
se sei di destra devi dire cose di
destra se sei di sinistra devi dire
cose di sinistra. Per esempio io sono
di sinistra, sono andato in piazza
per difendere la costituzione e
lo so che nella costituzione c’è
scritto che l’italia ripudia la guerra
.
Io sono di sinistra, però se tutto il
mondo si muove contro Gheddafi
mi pare giusto che lo facciamo pure
noi e sono sicuro che se al governo
ci stava la sinistra faceva la
stessa cosa. D’altra parte D’alema
quando era presidente del
consiglio cosa ha fatto in Serbia? E
Prodi non era d’accordo con la costruzione
della base americana di
Vicenza? Così come, pur essendo
di sinistra, io ero d’accordo anche
sul trattato che l’Italia ha fatto
con la Libia di Gheddafi. Certo
Berlusconi ha un po’ esagerato coi
baciamano, con tutto quel circo
della tenda montata a villa Pamphili,
però fino a quando Gheddafi
è un capo di stato, deve essere rispettato.
oggettivamente, noi siamo
dipendenti dalla Libia che ci
da il gas.
Io sono di sinistra, però il gas non è
mica di sinistra o di destra, io sono
di sinistra, però me lo faccio pure
io un uovo al tegamino e c’ho bisogno
del gas… non dico: mi mangio
l’uovo crudo per non consumare
il gas di Gheddafi! Per non
parlare del problema dell’immigrazione!
Io sono di sinistra, però da quando
s’è firmato l’accordo con Gheddafi
gli extracomunitari hanno
smesso di sbarcare in Italia.
Gheddafi è un dittatore, ma c’ha
risolto un problema. Te ne freghi
che al meccanico gli puzzano le
ascelle… se ti ripara il motore…
Io sono di sinistra, però non sono
contento che questo paese viene
invaso dagli africani e pure dalle
africane… e quando la sera torno
a casa, sulla via Palmiro Togliatti è
pieno di prostitute col culo di fuori.
Io sono di sinistra, però non mi
piace che mio figlio vede questo
spettacolo se poi mio figlio si va a
scaricare i film zozzi da Internet…
è libero di farlo, ma non sono io il
responsabile .
Io sono di sinistra, però i benpensanti
che se la prendono coi politici
che fanno i festini con le
escor t… poi difendono quelle
zozzone in mezzo alla strada.
Io sono di sinistra, però almeno le
escort non mostrano il culo a tutti
quelli che passano sulla Salaria,
ma solo a chi paga, poi sono presentabili
e te le puoi portare dietro
pure ad una cena importante con
qualche capo di stato straniero.
Io sono di sinistra e ovviamente
non ci credo che quello davvero
pensava che era la nipote di Mubarak.
Io sono di sinistra, però battere
sempre il tasto sull’età di quella
Ruby mi sembra una carta perdente.
E se c’aveva 18 anni invece
di 17? Che cambiava? il problema
è il numero di candeline che c’aveva
sulla torta?
Io sono di sinistra, però anche
Montanelli, che era un grande
giornalista… pure se non era di sinistra,
quando stava in Africa a
fare la guerra s’è sposato una ragazzina
di 12 anni, se l’è comprata
per 500 lire perché le africane
a quell’età sono già donne. A 17
anni sta già in menopausa! E’ una
questione di razza, le africane sviluppano
prima. Pure mio cugino
c’ha un coker e a 2 anni l’ha fatto
accoppiare, ma mica lo denuncio
perché è un pedofilo. Il coker a
due anni ha già sviluppato. Certo,
mio cugino l’ha fatto accoppiare
con un altro coker, mica con un
vecchio di 70anni, però tanto di
cappello a uno che a quell’età ancora
ci riesce.
Io sono di sinistra, però non mi
vergogno a dire che Berlusconi è
un politico con le palle.
Io sono di sinistra, però Andreotti
pure se c’ha avuto il processo per
mafia… c’aveva tutto un altro
spessore, un’altra ironia.
Io sono di sinistra, però Mussolini
era un uomo per bene. lo diceva
pure mia nonna che era di sinistra
come me.
Noi di sinistra non siamo dogmatici.
Prima eravamo comunisti,
adesso siamo capitalisti. Prima
eravamo libertari, ora siamo liberisti.
Prima eravamo internazionalisti,
ora siamo patrioti, andiamo
in giro col tricolore, ma che
altro dobbiamo fare?
Io sono di sinistra, però se qualcuno
dice che rinnegando le nostre
convinzioni di fatto siamo diventati
di destra, io neanche lo sto ad
ascoltare.
Io sono di sinistra, però me ne frego.
Ascanio Celestini – monologo andato in onda a “Parla con me” su Rai3, giovedì 24 marzo.
Il Fatto Quotidiano, 26.marzo 2011.

lunedì 6 agosto 2012

Carosino più pulita è più bella | Partecipazione questa sconosciuta



Tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, ormai due mesi fa, a Carosino ha avuto luogo un primo esperimento di partecipazione in fase di progettazione di un piano, quello di Raccolta Differenziata, che è profondamente impattante sulla vita quotidiana di tutti e tutte, nonché sul bilancio di ogni Comune.

L'idea è stata quella di illustrare i risultati delle analisi del sistema di gestione attuale e di ipotizzare una serie di scenari di evoluzione determinati da:
- adeguamento alla normativa nazionale in vigore,
- modifiche della normativa regionale,
- variazioni degli impatti economici e di salute.
E presentare l'alternativa verso la quale si stava orientando l'Ufficio Tecnico Comunale e la Pubblica Amministrazione del Comune di Carosino per rispondere alle diverse esigenze integrandole nel modo più efficace ed efficiente possibile, e quindi motivando il proprio orientamento.

Trattandosi di una progettazione in itinere, il processo di partecipazione aveva come finalità quella di accogliere ogni sorta di dubbio, proposta, interrogativo, richiesta allo scopo di dar voce e risposta e possibilmente integrare tutte le esigenze, dando loro il dovuto peso nell'ambito progettuale. Per questo si è scelto di dedicare un appuntamento alla discussione con i rappresentanti del mondo economico-produttivo, uno a quella con mondo politico e associazionismo, e uno alla cittadinanza in generale, affinché potessero partecipare anche coloro che non vi fossero riusciti nelle prime due occasioni.

Nei giorni che hanno preceduto questi momenti programmati per il confronto, è emersa spesso e in diverse sedi la discussione, anche accesa e conflittuale, oltre che interessata e propositiva: tutti avevano qualcosa da dire, qualcosa da proporre, anche qualcosa su cui protestare. Chi ha avuto modo di parlarmi, ha espresso la sua opinione liberamente, spesso facendo emergere una sorta di sfiducia nei concittadini, spesso profetizzando un fallimento di qualsiasi iniziativa che finisse per cambiare le abitudini, a volte offrendo spunti interessanti o suggerimenti di carattere pratico che si sono rivelati molto utili, altre volte mostrando entusiasmo per l'avvento di una vera e propria differenziazione dei rifiuti.

Quello che mi aspettavo era, dunque, una partecipazione di massa in tutte e tre le occasioni.

Immagine tratta dalla presentazione (c) SabinaDeRosis 
Invece così non è stato.

 ANCHE NON PARTECIPARE E' UNA LIBERA DECISIONE.
Però... perché?

Mi sono lungamente interrogata su questa mancata partecipazione, su un'occasione importantissima offerta e non colta. Mi son venute in mente tante critiche di miei coetanei sull'assenza di politiche sostenibili, di inclusione nelle decisioni, di un modo di fare vecchio e sulla voglia di dirne quattro. Ma gran parte di questi coetanei non c'erano. Mi son venuti in mente volti di persone che sostengono di essere attivisti politici o anti-politici e di voler fare il cambiamento. Ma questo cambiamento è rimasto nelle parole e nelle critiche solo personali. Mi son venuti in mente i dibattiti accesi su cosa sia meglio o peggio per Carosino, fatti nel chiuso della propria casa, del proprio bar, della propria cerchia di amici. Ma quella cerchia è rimasta chiusa e, al suo interno, tutte le proposte e le idee. Mi son venute in mente tutte quelle persone che avevano da dirmene tante e tante e che ho invitato personalmente. Ma quelle tante e tante son rimaste incastrate in una comunicazione solo personale, senza "esporsi".

E poi mi son venute in soccorso le spiegazioni altrui:
"Io a quell'ora ero impegnato"
"Vabbeh, che ci venivo a fare? Tanto mica sono esperto io!"
"Tanto decidono comunque loro""Non m'interessa"
"Io sono di un altro partito"
"Figurati se ti davo questa soddisfazione"
Senza nulla togliere a chi aveva impegni importanti o non prorogabili, o a chi aveva problemi più urgenti (e si sa che nella valutazione di urgenza e importanza la soggettività dei criteri è ontologica e sacrosanta), il dato numerico, quantitativo, nella sua freddezza mi ha sorpresa e un poco amareggiata. Mi aspettavo grandi cose dal mio paesello...

Lascio agli amministratori comunali, alla classe politica, ai gruppi che rappresentano gli interessi della cittadinanza, ma soprattutto alla cittadinanza stessa, l'interpretazione delle affermazioni di cui sopra, se non esemplificative, però rappresentative di una parte cospicua di Carosino e dei suoi valori di fondo, della potenza del "ccè mme ne futt'a me" o dell'appiattimento dell'altro alla regola generale della visibilità e dell'interesse personale prima di tutto e, soprattutto, come unico motivo per agire e, quasi, modo per stare al mondo.

Lascio a tutti la riflessione e la tristezza per l'opportunità persa e per il fatto che ora sia qualcun'altro a decidere per tutti e che nessuno potrà dire di essere in disaccordo senza pensare di aver lasciato correre l'occasione per esprimersi pienamente e con tutti gli strumenti per cambiare le cose non incorrendo nei problemi del tirannico tempo; senza pensare che stia soltanto dando fiato alla voce perché fa parte di quelle persone che "è facile parlare senza metterci la faccia e la responsabilità."

Lascio a tutti coloro che dicono che qui non ci sono opportunità di crescita, magari accusando l'altro, chiedersi se con un atteggiamento diverso forse le occasioni si possono vedere e cogliere.

Lascio a tutti coloro che si lamentano sempre, l'interrogativo se, forse, non sia troppo semplice piangersi addosso senza far nulla in prima persona per migliorare le cose.

E lascio a tutti la visione di questa breve presentazione, senza la voce che spiega, illustra e risponde alle domande: solo la traccia di quello che poche decine di persone hanno avuto la voglia di vedere, commentare, criticare o apprezzare, a prescindere da me o, soprattutto, da chi amministra, ma comprendendo che la gestione dei rifiuti è una cosa che riguarda tutti e da sempre. Le osservazioni e le proposte di quelle persone ora sono parte di un piano che riguarda tutti e tutte.

Buona visione --> qui la PRESENTAZIONE.





PS. "CAROSINO PIU' PULITA E' PIU' BELLA" vi ricorda niente?

giovedì 26 luglio 2012

E' colmabile il gap tra scienza e politica?

Il tema è ambiente e salute.
Dalla definizione di scienza post-moderna alle normative europee, abbiamo una abbondante letteratura che dimostra come il paradigma scientifico nel campo ambientale sia mutato, poiché chiamato ad includere nei processi di produzione e soprattutto di uso delle evidenze scientifiche i cosiddetti "stakeholder", cioè i portatori di interesse a qualsiasi titolo.
Quando si parla di pressioni ambientali, in altri termini dei suoi impatti positivi o negativi sulla vivibilità del pianeta e sul benessere dell'essere umano, questo paradigma sembra diventare ontologico, fondante, imprescindibile. L'epidemilogia ne è il più lampante esempio.

Produrre una conoscenza scientifica che, dunque, si ponga alla base delle politiche pubbliche, o meglio massimizzare la traduzione delle evidenze della scienza in decisioni è il fulcro di un diffuso interesse e dibattito accademico, politico, pubblico, sociale.

Di seguito alcuni spunti di discussione in merito alle possibilità o alle opportunità per colmare il gap tra scienza e politica o, meglio, per costruire un ponte tra questi due mondi.

- Comunicare la scienza: istruzioni per l'uso.
Il trasferimento di conoscenze in ambiente e salute
Colmare il gap tra scienza e politica

Buona lettura!

domenica 20 maggio 2012

Piazza Pantheon e la strage di Brindisi

Mi sono avvicinata a Piazza Pantheon, ieri, con fare preoccupato e cautela sospetta di chi ne ha viste di manifestazioni e mobilitazioni a Roma, troppe delle quali fini a se stesse. Davanti ad un evento, come la strage di Brindisi che tocca dritto alle interiora, che produce emozione, ansia, angoscia, immedesimazione nelle famiglie, nelle studentesse, nella cittadinanza di Brindisi... è facile semplificare, forsanche mistificare.

Eppure la serie degli immediati commenti del mondo istituzionale mi ha colpita profondamente, mutando anche il mio primissimo orientamento concentrato sulla SCU (Sacra Corona Unita) brindisina, sulle mafie "locali", sulle mafie, sulla criminalità "piccola"... e facendomi pensare a ben altro.

Napolitano
...barbaro attentato... appello alla vigilanza e al fermo e concorde contrasto nei confronti di ogni focolaio di violenza eversiva...
Monti
"Il governo intende avere la più grande fermezza e determinazione contro ogni tipo di criminalità e opera perchè il paese sia più che mai unito in questi momenti"
Profumo
Lo Stato deve dimostrare in queste occasioni la sua presenza e mandare un messaggio e un segnale di vicinanza a tutto il mondo della scuola.

Allora, mentre a Brindisi in piazza si alternano bellissimi interventi sulla lotta alla criminalità che dovrebbe essere quotidiana, sul non attendere le stragi per lottare la violenza e la paura cominciando dalla scuola, sull'interessarsi sempre di luoghi spesso abbandonati a se stessi come Brindisi, di non abbandonare a se stessi questi luoghi... cose che leggo come richiesta di vicinanza delle istituzioni... io cosa mi aspetto andando a piazza Pantheon?
Temo esattamente quello di cui sopra: che la "società civile" ora risvegliatasi, che le figure istituzionali assenti e non più rappresentative e il mondo sindacale incapace o forse non interessato a tutelare il mondo del lavoro sempre più privato di diritti e dignità (per l'occasione tutti riuniti a Brindisi per sfruttare la visibilità del momento), che questo potpourri di umanità organizzi manifestazioni, fiaccolate, sit-in, eventi che non parlano solo di indignazione, ma che parlino anche di necessità di favorire l'unione del Paese (inteso come cittadinanza e stato) contro gli autori del gesto, contro la criminalità, contro l'anti-stato, sancendo un nuovo riconoscimento nello stato stesso.

E allora penso alle dichiarazioni dei governanti, quelle sopra e quelle dei giorni scorsi, in cui la preoccupazione del Paese era arginare i no-tav o i centri sociali o i manifestanti o i nemici di Equitalia (che è lo stato e quindi è cosa buona) o chi ha espresso il disagio in questi mesi di costante ingiustizia sociale.

E allora mi aspetto questo dalla piazza di Roma, mi aspetto che il disagio profondo dell'Italia sia soffocato dalla paura di un nemico "esterno", dalla necessità di sentirsi protetti, dalla richiesta della presenza di uno Stato, di una legge, dalla giusta ondata di emozioni che una strage può portare insieme a interpretazioni di portata locale, territoriale e di breve periodo. Avvicinandomi a Piazza Pantheon temo che l'evento non sia ricondotto all'interno dell'odioso calderone degli enormi problemi del Paese...

Ma fortunatamente così non è stato, almeno ascoltando gli interventi e le reazioni di chi ascoltava e interagiva. Almeno secondo quanto è riuscita a riuscita a trascrivere la mia mano.

"Che poi, se si è fisionomisti, le persone le riconosci quasi subito, te ne accorgi che, alla fine, il nucleo forte di certe manifestazioni a Roma è costituito da un gruppo relativamente piccolo di persone. Se si pensa a quant'è grande Roma...
Non li conosco, ma li riconosco e mi piace vederli, mi piace vedere le loro facce, mi piace sentire le loro parole, mi piace notare le loro mani libere. 
Ma quello che mi è piaciuto tanto stasera è che una parte di questo piccolo nucleo ha chiamato un tipo, gli ha chiesto camioncino e amplificazione mobile che usa per lavoro, e insieme hanno messo a disposizione di tutti e tutte questo pseudo-palchetto e un microfono. 
E' stata una bella piazza oggi davanti al Pantheon. Una piazza in cui quella chiusura fittizia di una strategia politica che da anni tenta di separare e mettere la "cittadinanza" contro quelle "classi di nuovi capri-espiatori" che sono i centri sociali, l'associazionismo, i movimenti, i comitati, gli attivisti, ecco quella chiusura e separazione forzata e fatta credere si è dissolta. Si tratta di una contrapposizione dolorosa che forse i nostri padri e le nostre madri hanno già vissuto prima di noi e che oggi si è confrontata con la realtà di una città che invece ha dimostrato di non aver paura dell'attivismo, della partecipazione, del pensiero e della sua espressione.
E allora eccola l'Italia. Eccola l'Italia che parla di Melissa, di Veronica e della scuola Mordillo Falcone. Eccola l'Italia delle studentesse e degli studenti, romani e fuori-sede, dei padri e delle madri, di insegnanti, precari, partigiani, operai, laziali, pugliesi, meridionali, italiani e non italiani, cittadini e cittadine... Eccola l'Italia che urla "Basta!", che è stanca, che chiede giustizia, che non vuole si ripeta mai più un'offesa tanto grave. Eccola l'Italia che s'incorona d'alloro e di spine, che parla del meglio e del peggio, che pensa, che piange, che strilla, che parla delle donne e della loro importanza, del loro essere l'occasione di questo Paese per cambiare; dei giovani studenti e dei loro insegnanti precari; della politica che è questa piazza, che è oggi, che è ogni giorno con le nostre scelte, e dell'anti-politica che è sempre più chiusa nei palazzi del potere; del rapporto stato-mafia (con lo stato che è lontano mille miglia dalla gente); delle risposte che aspettiamo e che non siamo più disposti ad aspettare; delle verità che ci vengono nascoste e che pretendiamo; del sistema di cui non siamo più ingranaggi ma "vittime"; della mafia "piccola", della mafia "grande", della mafia dentro al tessuto della società, della nostra società, della mafia che è la società, della mafia dentro al potere, della mafia che è il potere; di quella mafia che è e si nutre di silenzio, di menefreghismo, di disillusione e di paura. Eccola l'Italia lucida nel disgusto di un attacco a quanto c'è di più intimo nella società civile. Eccola l'Italia che comprende come questo attentato stragista possa essere riportato ad una strategia che conosce, che ha vissuto, che rigetta, cui non si piega nemmeno questa volta. Eccola l'Italia che si mostra, che parla, che ha migliaia di volti e migliaia di voci, che non ha paura e che si rappresenta da sola. Eccola l'Italia che non si rifugia nei partiti, nei sindacati, nelle braccia spalancate di questo stato (putacaso) pronto ad accoglierlo e difenderlo ora da questo nemico fantasma, dopo averlo portato alla disperazione, alla fame, al suicidio. Eccola l'Italia che non vuole farsi soffocare, strangolare dalle strategie della tensione e del terrore. Eccola l'Italia ferita nel cuore del suo essere collettività, del suo essere famiglia, del suo essere futuro. Eccola.
E questa piazza, ora, con il sole tramontato, l'illuminazione aranciata, il chiacchiericcio fervente dei ragazzi e delle ragazze di daSud e di Libera che dalle fessure tra un sampietrino e l'altro sale fino a me, seduta tra le colonne del Pantheon, è tristemente bella, è tristemente e coraggiosamente bella. E' futuro. 
Deve comincia nuovamente una stagione, per riprenderci questo Paese.
Credo in questo tipo di piazze.
Credo nell'intelligenza degli Italiani e delle Italiane che vogliono vivere, che voglio emergere, che vogliono "ex-vertere", che si vogliono difendere dagli ordini "di importanza strategica e nazionale", fosse un buco pericoloso per la salute che porta soldi a certe cerchie ristrette, fosse il giro di vite sulle nostre vite per rispettare i dictat della finanza europea e mondiale.
Credo nel conflitto sociale, perché esprime il disagio, perché lo fa conoscere, perché è la strada per risolverlo.

sabato 19 maggio 2012

Teorie e Tecniche dell'Elemosina Post-Moderna

Negli undici anni che mi hanno vista a Roma, tra due linee di metro, uno Stato dentro una Capitale, una quantità di turisti che supera quella dei residenti, troppe auto posteggiate ancor più auto in cerca di posteggio, troppe persone in fila nelle traffico creato dalle loro auto e ancor più persone bloccate sugli autobus fermati dal medesimo traffico creato da tutti coloro che si lamentano di quanto male funzionino i mezzi pubblici... negli undici anni passati nel caos e nel disordine di questa metropoli, MAI MAI ho visto tanta disponibilità della gente* a concedere del'elemosina.
Sarà la crisi?
Sarà questa tremenda crisi e la pressione che ci sentiamo addosso?
Non lo so, forse è questo peso del futuro incerto, di questo peggio che non si sa se è finito e se finirà, ma effettivamente MAI ho visto dare tanta elemosina in questi ultimi anni. Perfino ai e alle rom, particolarmente poco amati nella Roma neo-fascista di Alemanno e CasaPound. A parte qualche costante eccezione, come il turista veneto che inveisce contro la ragazzina-madre rom dicendole "Ma va lavura'", in mezzo a tutte le invettive irripetibili, senza pensare che, evidentemente, sta già lavorando, che quello per lei è il suo lavoro...
Onestamente è anche vero che MAI MAI ho visto così tanta gente chiedere l'elemosina.
Ed evidentemente anche in questo ambito si sta creando una certa concorrenza... che ha portato a sviluppare forme originali, direi creative, di approccio all'elemosina.
Non posso non citarne qualcuna, in particolare le tre che secondo me sono rappresentative di nuove teorie e tecniche applicate di elemosina post-moderna.

1. il sexy-barbone
Capita in via Marcantonio Colonna, proprio a qualche decina di metri dall'uscita della MetroA Lepanto, di ritrovarsi a passare accanto al senza-tetto, al secolo "barbone", seduto per terra, dal volto scuro e sporco, con abiti più grandi due volte rispetto alla sua misura, berrettino anni '80 e mano protesa. Ma questa volta non era un "barbone di turno", come purtroppo se ne vedono sempre di più in città, abbandonati alla fortuna di un riparo e della Caritas di Termini. Questo senza-tetto ha deciso di puntare sul mercato del porno! Per cui ti accorgi in un momento che la mano non protesa, l'altra, la destra, è tra le gambe e fa su e giù tenendo in mano qualcosina di rosso.
Una forma di scambio, con un prodotto che di norma rende... di norma. Forse bisogna lavorare di più sul "prodotto pornografico", ma l'idea di base è buona!

2. la finta turista disperata
Di persone che ti fermano nelle altre stazioni ferroviarie per chiedere qualche spicciolo per un biglietto del treno che non riescono a comprare proprio per quei due spiccioli... beh, ne abbiamo incrociati tutti. Di solito si pongono, com'è ovvio, nei pressi delle biglietterie automatiche dove c'è più possibilità che ci sia qualcuno che ha spicci (e che non può affermare di non averne senza fare una figura barbina) e dove effettivamente si potrebbero acquistare i fantomatici biglietti...
Ma lei, lei è l'innovazione.
In questa tipologia di approccio all'elemosina è l'innovazione.
La si trova a Termini nelle gallerie della metropolitana. In particolare nell'incrocio che attualmente porta dalla Metro B alla Metro A, subito prima delle ultime scale mobili per la linea rossa. Lei è lì, con i suoi pantoloncini, una maglietta, una felpina, uno zainetto tipico dei viaggiatori/turisti, i capelli raccolti in un codino con un bel ciuffo, un paio di occhiali con lenti da ipermetrope che non nascondono, anzi amplificano il suo sguardo smarrito, disorientato, disperso. Lei è lì che ti chiede aiuto, che non sa dove andare, come fare, come agire... e ti chiede un euro per... E sì, fino a quel momento la ascoltano tutti e tutte: quasi nessuno passa ignorandola, ma si fermano e la ascoltano fino alla richiesta, alla quale risponde positivamente solo una piccola parte. Gli altri se ne vanno delusi e si sentono ingannati...
Ma la tecnica del "far sentire rassicurati", l'aspetto da "turista dispersa e innocente", da "persona come te", la leva sul "senso di colpa" funzionano abbastanza bene. Forse bisogna lavorare sul modo in cui si arriva alla richiesta celata di elemosina per renderla efficace...

3. chi ti strappa il sorriso
E' strategica. Lei è veramente strategica: la sua strategia è farti ridere. Beh, non tutti e tutte ridono. Ma la maggioranza lo fa e se ne ricorda e, la volta seguente, si prepara qualche monetina da darle.
Come ti fa ridere? La incontri in metropolitana, di solito nella LineaA, è bassina e scura, parla in spagnolo ma non saprei dire se è spagnola, sembra più vecchia di quanto non sia, è vestita con abiti usati consunti e sporchi... e anche lei non ha l'aspetto di essere proprio pulita. Però sorride. Passa tra la gente nelle carrozze dicendo "mangiare" o "cibo" o "mangia" o cose del genere con pesante accento latino-americano. Una mano tesa e nell'altra una pianola per bambini. Non ti dà il tempo di risponderle, di dire no o di cercare i soldi nella borsa, perché ti guarda sorridente e, se non sei pronto con le monete, lei ti dà una pacca leggera sui fianchi con la pianolina i cui tasti si illuminano al tocco magico del tuo culo emettendo i suoni sgraziati di qualche melodia infantile. E se le dai le spalle, allora la pacca diventa ben assestata, fa sobbalzare l'ignaro viaggiatore e ridere tutti gli altri.
Qui l'elemosina è assicurata!
Qualcuno si arrabbia, ma in tutta onestà, non ho mai visto una risata collettiva di quella misura in un viaggio dall'ufficio a casa. Ottima tecnica basata su un'efficente teoria: quella della condivisione della felicità, soprattutto da parte di chi ci aspettiamo non possa che essere solo triste. E invece... :-)



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* Parlo di gente, non sapendo meglio descrivere questa quantità di studenti e studentesse, pendolari, professionisti, turisti e vacanzieri, fuori-sede, burini, extracomunitari, comunitari, stranieri, autoctoni...

venerdì 20 aprile 2012

Irri(pro)ducibili

Pare siano i "precari" il segno distintivo di questo momento storico. Questi giovani senza età, che non sanno accontentarsi, anzi gioire di equilibri instabili, orizzonti corti, progettualità impossibile.
Tra le tante gratuite affermazioni, pesanti come macigni in petto, che a questo informe pubblico è toccato ascoltare, risuona ancora quella infelice dichiarazione del professor Monti sulla noia che il lavoro stabile provocherebbe. Il contesto è quello di una riforma del lavoro che parrebbe destinata ad estendere la condizione di precarietà un po' a tutta la popolazione dei comuni mortali.

Io di annoiarmi non ho tempo, nemmeno volendo. Perché per mantenermi devo procurarmi una serie infinita di lavori e lavoretti, spesso contemporanei, che mi portano a dedicare al lavoro anche più di 20 ore al giorno. Non mi sento libera di dire di "no" a nessuna eventuale offerta, anche se ho già impegni che mi tolgono il respiro: il mio orizzonte temporale tanto breve mi fa vedere il futuro fino a dopodomani, segue il nulla. Quel nulla lavorativo non può trasformarsi in nulla alimentare e, prima ancora, monetario: la casa costa, l'energia elettrica costa, l'acqua costa, tutto costa. Tutto tranne il lavoro che ha un valore infinitamente piccolo. Tutto tranne il tempo che, risorsa preziosissima, ha un valore variabile dall'incommensurabile per me al niente per il mondo del lavoro. Tutto tranne la vita sociale, assolutamente impossibile da sostenere, mantenere, a volte creare. La nuova chimera.
Non ci si annoia, ma si resta soli, in bilico e soli.

E' che la nostra generazione, che io non definirei dei precari che, tutto sommato, ci son sempre stati, io la definirei
la generazione degli "irriproducibili".
Dopo quella dei proletari, che sembravano poter avere solo figli, questa nostra generazione di nullatenenti in termini sociali.
Possediamo un portatile, a volte un i-phone, tecnologie che ci permettono di lavorare ma, soprattutto, di intessere relazioni sociali virtuali, siamo connessi in network di persone, ci scambiamo informazioni impressioni emozioni filtrate dai media e poi, spesso, non abbiamo un* partner, ma soprattutto quasi tutti non abbiamo figli*.
Non riusciamo a riprodurci, se non per caso, per sbaglio o per fortuna...
Spesso nemmeno riusciamo ad immaginare di farlo, di generare, di creare altri esseri umani.
Magari lo vogliamo, magari anche fortemente, ma... come si fa?
Come si fa se si riesce a vedere solo fino a dopodomani?

E tuttavia andiamo avanti, come montoni. Irriducibili.

mercoledì 14 marzo 2012

A Carosino presto una strada e un teatro per le prime 2 delle 100 donne



L'evento era stato preannunciato da un trafiletto sulla Gazzetta del Mezzogiorno di Angelo Occhinegro apparso il 7 marzo... Ci si aspettava un pochino di persone raccolte attorno alla Casa del Cittadino e della Cittadina, ma così non è stato purtroppo.

Presenti tante persone con il cuore, poche con il loro corpo e mi ci metto in mezzo anche io che per lavoro non sono riuscita a partire per raggiungere la mia casa... Ciononostante coloro che eran presenti in carta e ossa, portando i nostri nomi e la nostra proposta collettiva, lo hanno fatto con entusiasmo, forza e slancio.


Eccoli qui mentre illustrano la proposta direttamente a Sindaco, assessori e consiglieri incontrati nel Municipio.

Il gruppo di ragazz* si è raccolto sulle scale del Comune, aspettando un po' che si formasse il piccolo presidio per poter raccogliere altre adesioni e raccontare le storie di alcune delle personalità elencate nella nostra lunga richiesta.
Dopo l'attesa un po' deludente, ma si sa che la partecipazione su questi temi non è quasi mai alta come vorremmo, il gruppo si è spostato all'interno del Municipio per protocollare la richiesta... ma l'ufficio era chiuso!!! Tutti malati.
Qualche istante di disorientato accoramento, ma poi, come anticipato, l'entusiasmo ha vinto: ragazze e ragazzi sono stati gentilmente accolti dal Segretario Comunale prima e poi dal Sindaco e lì "n'ammu fatto nà raggiunata" (cit. Antonio Rodia): hanno ascoltato con interesse l'illustrazione della nostra proposta.
In poco tempo, nella stanza del Sindaco, si son ritrovati assessori e consiglieri che il gruppo è riuscito a contagiare con il suo entusiasmo... Si sono mostrati tutti ben disposti... "Bella questa iniziativa!" "Mi piace"... Così alle vie senza nome o da realizzare, tra le quali c'è la strada di nuova edificazione parallela a via Olimpia, si è aggiunta anche la prossima titolazione del Teatro Comunale di Carosino che ancora non ha un nome.. il nostro caro "Palamunnezza" verrà ribattezzato!!!
In ogni caso, per entrambe queste titolazioni prossime e per quelle che arriveranno, abbiamo avuto la risposta informale che i nomi saranno attinti dal nostro lungo elenco e che cercheranno di coinvolgerci nelle discussioni sulla scelta.
Tutto sommato siamo soddisfatt*!

Speriamo di poter vedere presto nel nostro paesino le prime righe di questa narrazione finalmente declinata anche al femminile.


Confidiamo che l'assicurazione verbale diventi presto targa, nome e storia... e che quant* non sono intervenut* siano venut* comunque a conoscenza del progetto e degli esiti previsti, grazie anche all'articolo di Floriano Cartanì apparso il 10 marzo sul Corriere del Giorno.




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Un grazie particolare a quant* erano presenti! 

lunedì 27 febbraio 2012

Un p(P)aese declinato al maschile


Ho letto, purtroppo con poca sorpresa, che solo il 5% delle strade pubbliche in Italia è intitolato a donne.*
La curiosità di sapere se il mio paesino d'origine avrebbe confermato questa percentuale mi ha portata ad analizzare le informazioni relative alla toponomastica fornitemi dall'Ufficio Anagrafe del Comune di Carosino.
E la conferma è arrivata...
Su 106 nomi di vie, piazze, contrade, solo 6 sono dedicate a donne:
http://archeologhecheresistono.wordpress.com/

  • via Grazia Deledda
  • via Vittoria Nenni
  • via Matilde Serao

e nell'area delle dediche cattoliche:
  • via Santa Chiara
  • via Madre Teresa di Calcutta
  • piazza Santa Maria Ausiliatrice



Quello che si può fare è chiedere all'attuale Amministrazione Comunale di impegnarsi perché i topoi senza ancora un nome, così come le future strade e piazze (sperando non siano troppe perché siamo per la difesa del suolo e non per la sua occupazione indiscriminata) siano titolate a donne e che, alla toponomastica, sia associata una riga di biografia con un ruolo educativo/informativo per la cittadinanza.
Alcune proposte?
Per cominciare, ecco i nomi di 137 Italiane:

    • Natalia Ginzburg, scrittrice;
    • Elisa Springer, scrittrice austriaca naturalizzata;
    • Elsa Morante, scrittrice, saggista, poetessa;
    • Maria Messina, scrittrice;
    • Anna "Neera" Zuccari, scrittrice;
    • Caterina Percoto, scrittrice;
    • Giulia Molino-Colombini, scrittrice, poetessa, pedagoga;
    • Giannina Milli, scrittrice, poetessa ed educatrice;
    • Vittoria Aganoor, poetessa;
    • Sibilla Aleramo, scrittrice e poetessa;
    • Amalia Guglielminetti, scrittrice e poetessa;
    • Tullia d'Aragona, poetessa e letterata;
    • Amelia Rosselli, poetessa;
    • Claudia Ruggeri, poetessa salentina;
    • Alda Merini, poetessa;
    • Gaspara Stampa, poetessa;
    • Compiuta Donzella, pseudonimo di un’anonima donna fiorentina, forse la prima a comporre veri in volgare;
    • Isabella Morra, poetessa lucana del Cinquecento, uccisa poco più che ventenne dai fratelli per una presunta relazione illecita;
    • Ada Negri, poetessa e scrittrice, prima e unica donna ammessa tra gli Accademici d'Italia;
    • Joyce Lussu, intellettuale, poetessa e traduttrice di poesia, promotrice dell’UDI;
    • Isabella Andreini, attrice, scrittrice e poetessa;
    • Moderata Fonte, scrittrice e musicista;
    • Isabella Morra, poetessa;
    • Antonia Pozzi, poetessa;
    • Leonora da Genga, poetessa;
    • Ortenza di Guglielmo, poetessa;
    • Elisabetta Trebbiani, poetessa;
    • Livia da Chiavello, poetessa ;
    • Giustina Leri Perotti da Sassoferrato, poetessa;
    • Margherita Guidacci, poetessa e traduttrice;
    • Veronica Franco, poetessa e cortigiana;
    • Laura Battiferri, poetessa;
    • Giulia Giovanelli, poetessa;
    • Vittoria Colonna, poetessa e intellettuale;
    • Gianna Manzini, scrittrice;
    • Silva Ballestra, scrittrice;
    • Elsa de Giorgi, scrittrice, attrice, scenografa;
    • Eugenia Masi Costanzi, scrittrice;
    • Anna Banti (Lucia Lopresti), scrittrice e traduttrice;
    • Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice;
    • Carla Lonzi,scrittrice e critica d'arte italiana, femminista teorica dell’autocoscienza e della differenza sessuale;
    • Fausta Cialente, scrittrice, giornalista e traduttrice;
    • Ilaria Alpi, giornalista;
    • Fernanda Pivano, giornalista, scrittrice e traduttrice;
    • Bettisia Gozzadini, tenne lezioni di diritto all’università di Bologna, tra le prime donne a insegnare in un ateneo. Pare avesse dovuto seguire i corsi vestita da uomo;
    • Armanda Guiducci, filosofa, scrittrice e critica letteraria;
    • Margherita Isnardi Parente, filosofa e storica;
    • Elena Cornaro Piscopia, filosofa, prima donna a laurearsi nel mondo;
    • Giuseppa Eleonora Barbapiccola, filosofa e traduttrice italiana, esponente dell'Illuminismo italiano;
    • Maria Montessori, pedagogista, filosofa, medico, scienziata ed educatrice, promotrice dell’estensione del suffragio alle donne;
    • Cristina Trivulzio Belgiojoso, patriota,scrittrice e giornalista;
    • Eleonora Pimentel Fonseca, patriota e scrittrice;
    • Isotta Nogarola, umanista;
    • Olimpia Morata, umanista;
    • Alba Carla Laurita de Céspedes y Bertini, scrittrice, poetessa e partigiana;
    • Teresa Noce,partigiana, politica e antifascista italiana.
    • Xenia Silberberg,antifascista e scrittrice italiana.
    • Ada Gobetti,'insegnante, traduttrice e giornalista italiana.
    • Dina Bertoni Jovine, scrittrice, giornalista e pedagogista oltre che docente universitaria italiana.
    • Lina Merlin,politica e partigiana italiana, membro della Assemblea Costituente e prima donna ad essere eletta al Senato.
    • Camilla Ravera,politica ,
    • Nadia Gallico Spano,politica
    • Anna Maria Ortese,scrittrice
    • Maria Antonietta Macciocchi,scrittrice, giornalista e politica
    • Roberta Tatafiore,attivista,scrittrice e poetessa
    • Anna Maria Mozzoni, architetto e ingegnere, promotrice dell’estensione del suffragio alle donne;
    • Franca Helg, architetto e designer;
    • Elvira Morassi, architetto d'interni;
    • Anna Ferrieri, architetto e designer, esperta di nuovi materiali artificiali e plastici, opere esposte presso il Museum of Modern Art (MOMA) di New York;
    • Ida Giavarini, zootecnica;
    • Rina Monti, zoologa, prima donna a salire su una cattedra universitaria del Regno d’Italia;
    • Eva Mameli Calvino, botanica e naturalista;
    • Ernestina Paper, medico italiana, tra le prime donne a laurearsi nel Regno d'Italia;
    • Piera Locatelli, medico, ricercatrice nel campo della neurologia e oncologia;
    • Ida Bianco Silvestroni, medico e pioniera della medicina preventiva;
    • Trotula de Ruggiero, medico della Scuola Medica Salernitana;
    • Amalia Foggia Moretti, pediatra e divulgatrice scientifica;
    • Giuseppina Aliverti, fisica, concepì e realizzò nuovi metodi di misura della radioattività;
    • Diamante Medaglia Faini, matematica e fisica, promotrice dell'uguaglianza di genere nell'accesso agli studi;
    • Maria Angela Ardinghelli, matematica, fisica e traduttrice italiana, esponente dell'Illuminismo italiano;
    • Maria Gaetana Agnesi, matematica e filantropa;
    • Elena Freda, matematica;
    • Laura Maria Caterina Bassi Veratti, biologa e matematica;
    • Maria Gaetana Agnesi, matematica e benefattrice;
    • Laura Conti, ambientalista, partigiana, medico e dottoressa italiana, importante promotrice e rappresentante dell'ambientalismo in Italia;
    • Nilde Iotti, partigiana, politica, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati;
    • Adele Bei, sindacalista e costituente;
    • Ada Natali, prima donna sindaco d'Italia;
    • Maria Adelaide Aglietta, prima donna segretario di un partito politico:
    • Tina Strobos, pediatra e psichiatra infantile, partecipò alla resistenza tedesca all'occupazione nazista dell'Olanda. Aiutò più di 100 Ebrei a sfuggire alla persecuzione nazista;
    • Carla Capponi, staffetta partigiana, Medaglia d'oro al valor militare;
    • Irma Bandiera, staffetta partigiana, Medaglia d'oro al valor militare;
    • Jessie Jane Meriton White, patriota, scrittrice e filantropa inglese naturalizzata italiana;
    • Antonietta De Pace, patriota ed eroina del Risorgimento;
    • Enrichetta Di Lorenzo, infermiera militare, patriota del Risorgimento;
    • Angiola Anna Maria Zanotti, pioniera, studiosa e docente;
    • Giuditta Brambilla, suffragetta
    • Carlotta Clerici, suffragetta
    • Anna Kuliscioff, medico e rivoluzionaria russa, tra i principali esponenti e fondatori del Partito Socialista Italiano
    • Leda Colombini, politica e filantropa, strenuo difensore dei diritti delle mamme detenute e dei loro figli;
    • Battista Sforza da Varano, duchessa di Urbino;
    • Franca Viola, prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore, diventando un simbolo della crescita civile dell'Italia nel secondo dopoguerra e dell'emancipazione delle donne italiane;
    • Teresa Sarti, filantropa, co-fondatrice e prima presidente di Emergency;
    • Gaia Afrania, avvocato della Roma antica. Durante la sua vita fu emanato un editto che vietava alle donne di esercitare l'avvocatura;
    • Tina Modotti, fotografa, politica e attrice;
    • Mia Martini, cantante;
    • Norma Bruni (Norma Mistroni), cantante;
    • Titina De Filippo, attrice, grande esponente del teatro napoletano;
    • Tina Pica (Annunziata Pica), attrice di teatro e cinema;
    • Anna Magnani, attrice e grande interprete del cinema italiano;
    • Giulietta Masina, attrice cinematografica;
    • Marisa Merlini, attrice;
    • Eleonora Duse, attrice teatrale;
    • Dalida (Iolanda Cristina Gigliotti), cantante e attrice italiana naturalizzata francese;
    • Alida Valli (Alida Maria von Altenburger, baronessa von Markenstein und Frauenberg), attrice;
    • Elena Fabrizi, detta Sora Lella, attrice, cuoca e ristoratrice;
    • Sandra Mondaini, attrice e conduttrice televisiva;
    • Renata Borgatti, pianista;
    • Giulia Recli, compositrice e saggista;
    • Lucia Mannucci,cantante
    • Liliana Renzi,pianista
    • Mariele Ventre, direttrice di coro italiana,fondatrice del Piccolo Coro dell'Antoniano di Bologna
    • Italia Almirante Manzini,attrice
    • Giuseppina Strepponi, soprano interprete di molte opere di Verdi;
    • Renata Tebaldi, soprano;
    • Marietta Robusti, pittrice;
    • Chiara Varotari, pittrice;
    • Margherita Caffi, pittrice;
    • Elisabetta Sirani, pittrice;
    • Artemisia Gentileschi, pittrice;
    • Sofonisba Anguissola, pittrice;
    • Angelica Kaufmann, pittrice;
    • Fede Galizia, pittrice;
    • Rosalba Carriera, pittrice e ritrattista;
    • Maria Grandinetti Mancuso, pittrice e giornalista;
    • Ondina Valla, atleta italiana prima vincitrice di una medaglia d’oro olimpica;
    • Felicia Semeraro,Comasia Gramaldi,tarantine,vittime di violenza domestica,picchiate a morte dal proprio convivente

Per continuare, di seguito i nomi di 123 persoggi internazionali:
    • Felice Schragenheim, poetessa tedesca,morta in un campo di concentramento a 22 anni, deportata perchè lesbica;
    • Mercedes de Acosta, poetessa, scrittrice e costumista statunitense;
    • Djuna Barnes, scrittrice statunitense;
    • Monique Wittig, poetessa e saggista francese;
    • Christa Winsloe, romanziera, drammaturga e scultrice ungherese.
    • Natalie Barney, scrittrice e poetessa statunitense;
    • Vita Sackville-West, scrittrice inglese;
    • Radclyffe Hall (ma utilizzò il nome John), scrittrice britannica;
    • Ivy Compton-Burnett, scrittrice britannica
    • Renée Vivien,poetessa britannica che scrisse in francese, soprannominata "Saffo 1900"
    • Saffo, poetessa della Grecia Antica;
    • Gertrude Stein, scrittrice e poetessa statunitense;
    • Sylvia Plath, poetessa e scrittrice statunitense;
    • Monique Wittig,poetessa, saggista, teorica femminista e docente universitaria francese
    • Gabriela Mistral, poetessa e femminista cilena, Premio Nobel per la Letteratura;
    • Bertha von Suttner, scrittrice austriaca, Premio Nobel per la Pace;
    • Christa Wolf, scrittrice e critica letteraria tedesca;
    • Jane Austen, scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa preromantica;
    • Virginia Woolf, scrittrice inglese;
    • Agatha Christie, scrittrice britannica;
    • Mary Shelley, scrittrice inglese;
    • Olympe de Gouges, drammaturga francese, scrisse testi femministi e abolizionisti dalla grande risonanza;
    • Simone De Beauvoir, insegnante, scrittrice, saggista, filosofa e femminista francese;
    • Harriet Taylor,filosofa inglese
    • Flora Tristan,scrittrice francese
    • Suzanne Voilquin,scrittrice francese
    • Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, fotografa e giornalista svizzera;
    • Katherine Mansfield, scrittrice neozelandese;
    • Willa Cather, scrittrice statunitense;
    • Marguerite Yourcenar, scrittrice francese, prima donna eletta alla Académie française;
    • Patricia Highsmith, scrittrice statunitense;
    • Marion Zimmer Bradley, scrittrice, glottoteta e curatrice editoriale statunitense;
    • Thea Sternheim, scrittrice tedesca;
    • María Zambrano, filosofa e saggista spagnola;
    • Teano, filosofa della Scuola Pitagorica;
    • Hannah Arendt, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense;
    • Aspasia di Mileto, maestra di retorica, fu maestra di Socrate;
    • Ruth Benedict, antropologa statunitense;
    • Margaret Mead, antropologa statunitense;
    • Jane Addams, sociologa e pacifista statunitense, Premio Nobel per la Pace;
    • Marguerite Duras,scrittrice e regista francese.
    • Olive Emilie Albertina Schreiner, scrittrice sudafricana, intellettuale e pacifista, attiva nella lotta contro il razzismo e a favore dei diritti delle donne;
    • Merit Ptah, medico dell'antico Egitto, prima donna conosciuta in campo scientifico;
    • Florence Nightingale, infermiera britannica,considerata la fondatrice dell'assistenza infermieristica moderna
    • Sabina Spielrein, psicoanalista russa, una delle prime donne a esercitare questa professione.
    • Marie Curie, fisica e Premio Nobel;
    • Maria Goeppert-Mayer, fisica tedesca, Premio Nobel;
    • Lise Meitner, fisica austriaca;
    • Rosalind Elsie Franklin, chimica e fisica britannica, diede contributi fondamentali nello studio di DNA, RNA, virus;
    • Dorothy Crowfoot Hodgkin, biochimica britannica, Premio Nobel;
    • Gertrude Elion, farmacologa e biochimica statunitense, Premio Nobel;
    • Augusta Ada Byron (Ada Lovelace), matematica inglese, nota soprattutto per il suo lavoro alla macchina analitica che l'ha resa la prima programmatrice informatica della storia;
    • Sof'ja Vasil'evna Kovalevskaja, matematica, scrittrice e attivista russa;
    • Emmy Noether, matematica;
    • Rózsa Péter, matematica ungherese;
    • Ol'ga Aleksandrovna Ladyženskaja, matematica russa;
    • Sophie Germain, matematica tedesca;
    • Caroline Lucretia Herschel, astronoma, matematica e cantante lirica britannica;
    • Ipazia, matematica, astronoma e filosofa greca di Alessandria d'Egitto, martire del libero pensiero;
    • Henrietta Swan Leavitt, astronoma statunitense;
    • Barbara McClintock, biologa statunitense, Premio Nobel per la Medicina;
    • Mary Wollstonecraft, autrice di "The Vindication of the Rights of Women" (“Rivendicazione dei Diritti delle Donne”);
    • Wangari Muta Maathai, ambientalista, attivista politica e biologa keniota, Premio Nobel per la Pace;
    • Rosa Luxemburg, politica, teorica socialista e rivoluzionaria tedesca;
    • Lalla Fadhma n'Soumer, incarnò il movimento di resistenza alla Francia nei primi anni della conquista coloniale dell'Algeria;
    • Indira Priyadarshini Gandhi, politica indiana;
    • Dolores Ibárruri, politica, attivista e antifascista spagnola
    • Hubertine Auclert,femminista francese
    • Elizabeth Cady Stanton,attivista statunitense
    • Pauline Roland,attivista francese
    • Jeanne Deroin,giornalista e attivista francese
    • Jenny d'Héricourt,attivista francese
    • Emmeline Pankhurst,attivista e politica britannica,con le figlie:
    • Christabel Pankhurst e
    • Sylvia Pankhurst(giornalista e scrittrice)
    • Annie Kenney,operaia e attivista inglese
    • Emily Davison,attivista inglese
    • Betty Friedan,attivista statunitense

    • Azucena Villaflor, attivista argentina, una delle fondatrici del movimento "Madri di Plaza de Mayo";
    • Evita Perón, politica argentina;
    • Diana Spencer (Lady Diana), principessa del Galles e filantropa;
    • Maria Antonietta, regina di Francia;
    • Giovanna D’Arco, eroina e patriota francese;
    • Anna Frank, ragazza ebrea tedesca vittima del nazismo;
    • Simone Weil, attivista, filosofa e mistica francese;
    • Diotima, veggente e sacerdotessa della Grecia antica;
    • Coco Chanel, stilista francese;
    • Marlene Dietrich, attrice tedesca;
    • Ingrid Bergman, attrice svedese;
    • Audrey Hepburn, attrice britannica;
    • Greta Garbo, attrice svedese;
    • Marilyn Monroe, attrice statunitense;
    • Bette Davis (Ruth Elizabeth Davis), attrice statunitense;
    • Margaret Hughes, prima attrice teatrale inglese;
    • Alla Nazimova, attrice teatrale e attrice cinematografica russa naturalizzata statunitense;
    • Sandy Denny, cantautrice britannica;
    • Édith Piaf, cantante francese;
    • Janis Joplin, cantante statunitense;
    • Cesária Évora, cantante capoverdiana, maggiore esponente della morna, detta "la diva a piedi nudi";
    • Etta James, cantante statunitense jazz, blues, R&B e gospel;
    • Ella Fitzgerald, cantante statunitense;
    • Billie Holiday, cantante statunitense jazz e blues;
    • Claire Waldoff, cantante e cabarettista tedesca;
    • Linda Jones, cantante americana soul;
    • Nina Simone, cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili statunitense;
    • Clara Josephine Wieck Schumann, pianista e compositrice tedesca;
    • Fanny Mendelssohn, pianista e compositrice tedesca;
    • Wanda Landowska, clavicembalista polacca;
    • Maria Callas (Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos), soprano statunitense di origini greche;
    • Elisabeth Schwarzkopf, celebre soprano anglotedesca;
    • Elisabeth Chaplin, pittrice francese;
    • Sonia Terk Delaunay, pittrice ucraina;
    • Romaine Brooks, pittrice statunitense;
    • Frida Kahlo, pittrice messicana;
    • Tamara Łempicka, pittrice polacca appartenente alla corrente dell'Art Déco;
    • Mary Cassatt, pittrice britannica;
    • Georgia O'Keeffe, pittrice statunitense;
    • Una Troubridge, scultrice e traduttrice britannica;
    • Francesca Woodman, fotografa statunitense;
    • Isadora Duncan, danzatrice statunitense;
    • Liane de Pougy, ballerina e scrittrice francese.
    • Ida Rubinštejn,danzatrice e mecenate francese
    • Amelia Earhart,aviatrice statunitense


E si potrebbe continuare ancora a lungo! Per questo, oltre a chiedere al Comune di Carosino di impegnarsi attivamente nella promozione della toponomastica femminile introducendo questa richiesta come punto all'O.d.G del prossimo Consiglio Comunale, ci si mette a disposizione per il reperimento di nomi e note bibliografiche.
In merito penso che sia d'interesse comune e condiviso mostrare alla cittadinanza, in modo semplice ma capillare, non solo il ruolo delle donne nell'evoluzione della storia, delle scienze e della arti, ma la pluralità di prospettive possibili per le giovani carosinesi che esse personificano, superando il modello televisivo della donna.
Sapere, poi, che queste donne abitano le nostre strade non è tanto un riconoscimento per loro, quando un onore per noi.

| Si vuole sottolineare che questa è un'opera COLLETTIVA. |


*http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_25/toponomastica-femminile_6f2fc886-5fca-11e1-bae2-adaf00d4a3f2.shtml
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Promotrice: Sabina De Rosis