martedì 5 novembre 2013

Il giornalismo scientifico de no'artri | Il caso dell'olivo che si dissecca velocemente

Sulla pagina FB dell'Associazione di promozione sociale "Fucarazza", io, l'uomo che non esiste e un contadino altrettando invisibile sui social network, abbiamo cercato di mettere in ordine le informazioni reperite su internet riguardo il caso del "COMPLESSO DEL DISSECCAMENTO VELOCE DELL'OLIVO" che sta colpendo diversi ettari dell'area jonica della provincia leccese, destando preoccupazioni e allarmismi.

Trovate qui la nostra sintesi per far chiarezza nelle nostre teste e proporre qualche domanda aperta.

Aggiungo una mia considerazione su come si fa il giornalismo scientifico in Italia, non solo in Puglia, giacché la notizia è stata ripresa da Il Fatto Quotidiano, per esempio, e da quotidiani online di varia natura, soprattutto di approfondimento sul tema "ambiente".
Ne parlavo sul caso Taranto, tempo fa, in un pezzo sulla comunicazione politica e ambientale, e ripropongo la stessa riflessione per il caso "batterio killer e olivi disseccati".
Il contesto è sempre quello di una profonda incertezza scientifica.
Ma c'è un'assenza di risposte tempestive "dall'alto" in questo caso? Pare di no, pare che da almeno tre anni si conosca questa fitopatia e che ancora non si sia riusciti ad accertarne le cause (eh sì, forse non esiste un batterio killer...) e che siano stati organizzati workshop per informare i contadini e gli imprenditori agricoli. Azioni insufficienti e cadute nel vuoto.
Perché?
Perché parte delle colture interessate non sono sottoposte a cure costanti e perché si riducono al minimo gli investimenti?
Perché non vi è un interesse per le produzioni di qualità e, quindi, si lascia morire una pianta non abbastanza produttiva, non ci si accolla costi preventivi per evitare il peggio finché non si manifesta e poi quando si manifesta si chiede l'intervento esterno?
Perché non vi sono finanziamenti alla ricerca per arrivare fino in fondo con le attività di epidemiologia ambientale, se anche questo è il suo campo?
Il contesto è sempre quello di una profonda incertezza scientifica.
E la risposta dei media non si fa aspettare, dalla drammatizzazione estrema che vede questo batterio killer devastare i campi pugliesi fino ad essiccare l'ultima piantina, alle teorie complottiste più fantasiose e pericolose che vedono il batterio killer come un'arma biologica di chi non può più competere sul mercato con i nostri prodotti...

Insomma... c'è in giro molto "giornalismo scientifico de no'artri", di chi fa politica con i fatti, di chi non li conosce e non approfondisce le fonti, di chi invece che fare divulgazione fa congetture... sta anche a chi legge avere un approccio critico e farsi delle domande...

1 commento:

SdR ha detto...

A proposito di giornalismo, qualche giorno dopo i miei due pezzi pubblicati su FB e sul mio blog: http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/11751-ulivi-salento-xylella