domenica 22 dicembre 2013

Mi manca l'Intercity Roma-Taranto-Roma

Il viaggio in treno è quanto di più romantico e nostalgico abiti i miei pensieri in questi giorni.
Ho passato anni tra la stazione Termini di Roma e la stazione di Taranto, con rare capatine a Bari, periodi lunghi di percorrenze verso Firenze dopo brevi periodi di direzioni varie, tra Perugia, Milano, Pescara, prima dell'arrivo di Ryanair e la concorrenza di BlaBlaCar.
Ma resta l'Intercity il mio preferito, che credo non esista più. Solo su questo tipo di convoglio vale la pena di scegliere il posto finestrino, nel verso in cui il treno viaggia, e guardare quello che ti aspetta e quello che ti stai per lasciare alle spalle.
Mi manca molto quel treno, la voglia non quantificabile e difficilmente gestibile di partire, le quasi sette ore di soporifero stare nel proprio scompartimento, alzarsi a volte e ritrovarsi a tentare di guardare  fuori da un finestrino sporco l'altro lato del percorso, in piedi, barcollando.
Mi manca la triste gioia della ripartenza, la domenica pomeriggio, treno delle 14 possibilmente, altrimenti ce n'era uno alle 15,30, ma a me piaceva il percorso del treno delle 14. Mi piaceva quel treno, le stazioni in cui fermava, la gente che vi saliva. 
Mi manca l'intercity Roma-Taranto e quello Taranto-Roma, a volte troppo caldo e occluso e sonnolento e approssimativo, ma dall'odore familiare, dall'andamento cullante, dalla consistenza umana, dallo sguardo melanconico come il mio, su mezza Italia, su un tratto di Sud, su un pezzo di bellezza.

Tra i propositi per l'anno nuovo credo comparirà 'viaggi in treno'.
Viaggi, plurale.
Magari in direzione opposta. 

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