venerdì 3 giugno 2011

Carosino si muove.

Ancora una volta, singolare e collettivo si declinano in crasi continue nella vita quotidiana, concreta, tangibile.

Collettivo è quello che sta accadendo nel nostro Paese, soprattutto dopo le elezioni amministrative e il conseguente ballottaggio in alcune importanti città e province italiane.
In rete e in qualche trasmissione tv si parla di aria nuova.
Sui quotidiani si legge di un vento di cambiamento.
Qualcuno lo definisce già un momento storico importante, di svolta per l'Italia.

Questa sensazione entra, come per contagio mediatico, nell'animo di tutti coloro che questo mutamento aspettavano e sognavano, per chi ci si è impegnato, per chi ha lottato, per chi si è lagnato, per chi ha anche solo atteso.
Questa sensazione funge da impulso energetico restituendo la fiducia in se stessi, la fiducia nel cambiamento, la fiducia nell'esistenza di un futuro.
Questa sensazione cambia la proiezione delle proprie vite possibili, per chi ne aveva una, e la produce, per chi non si sentiva più in grado nemmeno di immaginarsi al di là dell'oggi.

Questa sensazione, questo impulso, questa capacità di immaginazione sono propulsori anche di una dimenticata fiducia nelle proprie capacità di cambiamento, nel proprio ruolo a favore di questo divenire inaspettato ma sperato.
A partire proprio dal centro dell'ego, molti e molte in Italia hanno ricominciato a credere in se stessi, nelle proprie potenzialità, nel loro essere realmente in grado di fare la differenza, di decidere di quel domani avvicinandolo a sé.

Singolare è proprio questo: scoprirsi capaci di contribuire e poi contribuire nel concreto.
Sentire che cambia davvero.
Dal basso e dal piccolo.

Singolare, nel senso di insolito, è ciò che sta accadendo nel nostro paese.
Accanto ai soliti meccanismi statici delle accuse di protagonismo, dei tentativi di protagonismo, delle accuse di strumentalizzazione, dei tentativi di strumentalizzazione
accanto all'immobilità della mugghia e dell'ipocrisia che essa emana
accanto al "solito peggio" che il nostro paese ha saputo dare, ho scoperto il nuovo e il nuovo ha scoperto me sorridente.

La risposta alla stasi che crea paludi e fango e miasmi è stato un roteare di raggi, un rincorrersi di pedali, un direzionare le voci verso le finestre, un abbracciare di idee le fontanelle, un darsi la mano nel mezzo della piazza. E girare. E girare. E girare.




Questo paese ha saputo dimostrare di saper ben superare lo stato di immobilismo malato in cui era caduto, ha saputo tirar fuori sorrisi e fronti corrugate, voci e urla, idee e progetti, capacità organizzative e operative, accordi e disaccordi, strette di mano e comprensioni, avvicinamenti e allontanamenti: un dinamismo che ha prodotto ricchezza per una collettività, un dinamismo che ha spiegato a tutti e fatto comprendere a molti che ognuno è diverso da sé e, per questo, importante fonte di alternative.
Ma soprattutto fonte di un futuro che è sia collettivo che singolare.
Questo paese ha saputo dimostrare attraverso i Carosinesi e le Carosinesi che è ancora vivo e sveglio e attivo e capace di tutto quello che sembrava così difficile da ritenersi impossibile.

Questa è la ricchezza della cittadinanza attiva e della vera partecipazione.
Questa è la ricchezza di una serie di persone che singolarmente danno il meglio per il futuro di tutti e tutte.


Mai più ferma Carosino.
Mai più chiedere di censurarsi.
Mai più costringere a stare attenti a ciò che si pensa e a quanto si dice.
Mai più dover scegliere il meno peggio per sé e per la collettività.
Mai più i meccanismi e le frasi della vecchia politica.
Mai più ferma Carosino.

Carosino si muove. Non fermiamola.


Un grazie sentito al Comitato Referendario Carsunese

Nessun commento: