domenica 1 settembre 2013

Le nuove malattie professionali _ Sindrome del muratore da quattro soldi

Il muratore precario soffre di norma di diversi problemi di salute, imputabili, in parte, alle abitudini lavorative e ai materiali costruttivi utilizzati e, in altra parte, allo stato di assoluta instabilità del suo lavoro.

Nella prima categoria rientrano le stesse patologie da cui è generalmente affetto il muratore anche non precario, quali mal di schiena e dolori articolari diffusi, allergie, asma e malattie respiratorie. La prima grande differenza rispetto al manovale non precario risiede nelle possibilità di prevenzione e cura del manovale precario. Sul versanto preventivo, quest'ultimo, condotto in cantieri che non conosce per fare cose per le quali non ha avuto una formazione specifica, tantomeno un briefing di qualche minuto, e trovandosi nei suddetti sconosciuti cantieri con qualifica e autorizzazione pari se non inferiore a quella di qualsiasi anziano accorso a seguire i lavori, non ha a sua disposizione attrezzature di lavoro adeguate concepite per scopi di protezione e prevenzione, oppure pur possedendole non sa nemmeno come usarle. Sul versante cura, essendo pagato alla giornata secondo una tariffa che va da i tre e ai cinque euro all'ora e spendedoli spesso poi in larga parte per l'acquisto di sigarette, detergenti per il viso e magliette aderenti (con la speranza di avere lo stesso successo del manovale della Coca-Cola), non è in grado di accedere a cure adeguate al manifestarsi delle malattie, per cui tende a far cronicizzare il problema.

Della seconda categoria fanno parte quei disturbi che si amplificano a causa del continuo cambiamento di cantiere e di materiali per il lavoro, in parte già anticipati. Infatti, il muratore precario non sempre "ha un mestiere" da rivendere sul mercato del lavoro, piuttosto due forti braccia da offrire la mattina presto al miglior offerente come accade lungo via Togliatti nel tratto tra la Casilina e la Prenestina, a Roma, pressappoco ad ogni alba. In queste condizione, non sempre affiancato a muratori esperti, è per lo più condotto in cantieri sconosciuti con altri muratori precari come lui o altri manovali improvvisati, in una babele di lingue e maestranze e abitudini costruttive, dove se risulta difficile imparare un mestiere (secondo la tipologia della trasmissione dal mastro all'apprendista), è del tutto impossibile liberarsi dalle braccia tentacolari delle ditte edili che a volte lo fanno lavorare ma, comunque, non lo assumono, sempre gli chiedono di usare prodotti di scarsa qualità.
Ed è questo l'altro fattore determinante, in termini epidemiologici.
Il continuo cambiamento di materiali ma la costante scarsità della loro qualità, nonché la presenza di materiali non propriamente sicuri e, a volte, adatti più alla costruzione di un castello in spiaggia che di un edificio in città, porta il muratore precario a soffrire di allergie da calce, da colla, da polveri, da tufo, da fieno, e ad ogni altra cosa che respira/aspira, ad esclusione delle sigarette. Ciononostante il manovale si sniffa continuamente il braccio e le polveri su di esso presenti, già amalgamate insieme da qualche goccia di sudore che gli imperlava la fronte e asportata con l'usuale gesto: questa abitudine contribuisce ad accelerare le reazioni chimiche tra i vari contaminanti e determinanti di malattia e, di conseguenza, facilita l'unione sistemica dei sintomi in un'unica sindrome. Sempre, in media, da quattro soldi.

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